Da vedere

 

Battistero Paleocristiano di Santa Maria Maggiore
Il Battistero, la cui forma circolare gli ha conferito l'appellativo di "Rotonda", faceva parte di un più vasto complesso. La prima attestazione scritta risale a un diploma dell'anno 841 d.C. Impostata su 15 archivolti e sorretta da altrettante coppie di colonne lisce, la cupola copre la vasca battesimale centrale, di forma ottagonale, seconda in Italia solo a quella di San Giovanni in Laterano.Tutti gli elementi marmorei della decorazione architettonica, le basi, i fusti di colonne, i capitelli e le cornici modanate sono di spoglio e in evidente funzione di reimpiego.

 

Il battistero, detto "la Rotonda" per la forma circolare, fu edificato nei pressi del  foro romano intorno alla meta del VI secolo d.C., su un edificio più antico di cui rimangono parti dei pavimenti musivi. La cupola centrale è sorretta da 15 archivolti ritmati da 30 colonne binate di marmi preziosi: li verde cipollino, il nero d'Africa, ['alabastro egizio, il giallo di Numidia. I fusti riutilizzati delle colonne, le basi e i capitelli compositi, talora con delfini affrontati, provengono da edifici di età imperiale. come i frammenti di epigrafi e i materiali lapidei raccolti nell'annesso museo che ospita mensole, cornici, pilastrini, meridiane, basi marmoree. All'interno della Rotonda, molto interessanti sono i cicli di affreschi contenuti in una cappellina laterale con scene neotestamentarie e una superba Madonna in trono con Bambino, attribuita a un maestro tardo giottesco del XIV secolo, forse Roberto d'Oderisio. Evocativo è inoltre il rilievo in stucco policromo di Santa Maria Maggiore del XV secolo.

 

Teatro ellenistico-romano
Edificato nel 11 secolo a.C. e addossato scenograficamente alla cinta muraria meridionale, fu ingrandito da 76 a 96 m in epoca augustea o tiberiana. È uno degli edifici scenici più grandi della Campania antica. Sia l'orchestra sia la scaenae frons erano adornati da marmi preziosi e statue. Subì ulteriori restauri dopo il terremoto del 62 d.C.

 

Necropoli monumentale di Pizzone
La necropoli, impiantata lungo una "via cava" a oriente della città antica, può vantare oggi sette monumenti funerari di incomparabile bellezza, databili tra il II ed il I secolo a.C. Ai lati dei monumenti funerari sono state rinvenute numerose deposizioni a bauletto, sarcofagi in tufo grigio, deposizioni "alla cappuccina" e recinti funerari con columelle, ovvero una sorta di segnacolo antropomorfo, spesso recante sul lato anteriore un'epigrafe incisa. La necropoli copre un arco cronologico compreso tra l'età repubblicana e l'epoca imperiale. Notevoli sono il mausoleo della gens Numisia, di forma circolare e quello della gens Cornelia, a podio, e il cenotafio di Quinto Lutazio Varo, un giovane perito in acqua a soli 17 anni. Da segnalare la presenza di un ustrinum, ambiente in cui si praticava l'incinerazione e ancora un altro mausoleo con semi-colonne scanalate, rette da telamoni in tufo grigio nocerino.

 

Villa de Ruggero
Situata a ridosso del torrente Cavaiola, un tempo dimora patrizia, sarà sede degli uffici territoriali della Soprintendenza per i Beni Archeologici e del Museo Archeologico di Nuceria Affatema. Il parco annesso è ricco di essenze arboree.

 

Villa Lanzara
Villa privata d'impianto neoclassico risalente alla fine del XVIII secolo, presenta una torretta angolare neogotica e una coffee house con maioliche borboniche di Giustiniani, situata alla fine del parco, disegnato dall'architetto Graefer, autore del giardino inglese della Reggia di Caserta. Si segnalano le camelie secolari e la grande varietà di alberi d'alto fusto.

 

Chiesa e convento di Materdomini
Il complesso monastico fu impiantato forse intorno all'XI secolo, ma ha subito rifacimenti e ricostruzioni di cui l'ultima risale al 1947. L'attuale impianto della basilica è neoclassico ed è diviso in tre navate. All'interno, si conservano pregevoli opere d'arte tra cui una Madonna del Rosario di Francesco Guarino e tele di Giacinto Diano. Si segnalano, inoltre, l'icona bizantina della Madonna di Materdomini, oggetto di venerazione popolare, nonché una Pentecoste (1588) di Laurensi Smeraldi e la Madonna del Carmine, attribuita a Severo lerace.

 

Chiesa e convento di Santa Maria degli Angeli
Il convento dei Frati Minori fu fondato nel 1589 su una primitiva. Parzialmente distrutto dal terremoto del 1688, ha subito rifacimenti nel corso dei secoli. Nella navata unica della chiesa si possono ammirare il soffitto decorato agli inizi del XX secolo dagli artisti napoletani Vincenzo e Raffaele Severino, mentre gli affreschi del chiostro sono di Filippo Pennini, attivo nella prima metà del XVIII secolo. Interessante è la Gloria di San Francesco, opera di Belisario Corenzio e una Pentecoste del XVII secolo.

 

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